Associazione
Spazi Popolari
Oggetto: “Xylella”
fastidiosa
Alla
cortese attenzione dei sindaci di : Trepuzzi, Copertino, Nardò, Galatone,
Gallipoli, Galatina, Collepasso, Sannicola, Tuglie, Alezio, Parabita, Matino,
Casarano, Melissano, Taviano, Racale, Ugento, Alliste, Seclì, Neviano.
- dei comuni interessati dal complesso del disseccamento rapido
Premesso
che:
a seguito dei massicci disseccamenti che hanno interessato gli
ulivi delle aree del gallipolino, l’Ufficio Osservatorio fitosanitario Regionale
ha avviato, con la collaborazione delle istituzioni scientifiche (Università
degli Studi di Bari - Dipartimento di Scienze del Suolo della
Pianta e degli Alimenti, CNR - Istituto di Virologia vegetale di Bari),
ispezioni in situ con prelievo di campioni
che sono stati sottoposti a diverse analisi di laboratorio per individuare gli
agenti causali di tale fenomeno. Le Istituzioni scientifiche, con la nota del
15/10/2013 n.16/2013, hanno comunicato l’esito dei risultati delle analisi di
laboratorio evidenziando il ritrovamento di diversi agenti patogeni associati
al fenomeno di disseccamento dell’olivo, tra cui:
- funghi
lignicoli che
determinano l’occlusione dei vasi xilematici, con conseguente limitazione della
circolazione linfatica (Phaeoacremonium parasiticum, P. rubrigenun, P. aleophilum, P. alvesii,
Phaaemoniella
spp.)
- un patogeno da quarantena, (xylella
fastidiosa), inserito nella lista A/1 dell’EPPO (attualmente non
presente in Europa) e a cui potrebbe essere attribuito un ruolo importante nei
disseccamenti dell’olivo.
L’Associazione
Spazi Popolari di Sannicola, avente lo scopo di promuovere l’agricoltura
organica rigenerativa ed i principi dell’agroecologia, da subito attivatasi
sulla questione, nonché allarmata, dai possibili effetti sull’ecosistema e
sulla salute dei cittadini, provenienti dall’abbattimento dei nostri ulivi
unito ai paventati massicci trattamenti chimici che potrebbero venirsi a
verificare per cercare di arginare il problema, ha sollevato dei dubbi sulla
questione.
Nel
mese di settembre infatti rispondono ai nostri appelli dei ricercatori
dell’università di Firenze in collaborazione con altri dell’Università di
Foggia, i quali hanno fatto notare, che sono stati osservati anche in altre
località pugliesi (Cerignola, Foggia, Canosa di Puglia e Andria), sintomi
abbastanza simili e associati alla presenza di sole specie fungine, quali: Phaeoacremonium aleophilum,
Neofusicoccum parvum, e Pleurostomophora richardsiae (dati pubblicati sulla rivista
Phytopatologia Mediterranea).
E’
singolare che oltre alle specie del fungo lignicolo Phaeoacremonium vengano
individuate altre tipologie micotiche che gli istituti incaricati dalla regione
non rilevano, ma soprattutto che sintomi correlati si verifichino anche nel
territorio del barese e del foggiano ma che le strategie eradicative colpiscano
solo il territorio leccese o che non vengano ritenute zone “focolaio”. Inoltre,
è singolare che gli esiti dei test effettuati dagli istituti incaricati dalla
regione non vengano resi noti attraverso una pubblicazione scientifica, ma solo
riferiti vagamente attraverso dichiarazioni rilasciate ai tg regionali o al
massimo comunicati con poche righe attraverso il sito della Regione Puglia.
Sembra, inoltre, che l’attenzione dell’Osservatorio Fitosanitario sia rivolto
alla sola ricerca del batterio inserito nella lista di massima allerta perché
ufficialmente non presente sul territorio europeo e la sola presenza farebbe
scattare l’emergenza poiché esperienze pregresse su altre specie hanno portato
alla morte delle piante. Va sottolineato inoltre che il batterio in questione,
ad oggi, non è risultato ufficialmente patogeno per l’olivo e che ancora non si
hanno i dati della patogenicità dello stesso rinvenuto in Salento, poiché come dichiarato
dallo stesso Direttore dell’Ufficio fitosanitario regionale i postulati di Koch
non servono perché si tratterebbe di una nuova specie. Nel corso dei mesi il
batterio sembra aver cambiato spesso i connotati, il ceppo di appartenenza che
aiuterebbe anche ad individuare le altre specie potenzialmente coinvolte, prima
viene definito come sub.specie Multiplex, poi variante atipica della sub.specie
Pauca che colpisce essenzialmente gli agrumi, e successivamente come nuova scoperta). Il tutto sempre senza
pubblicare i dati degli studi che hanno portato alla definizione delle
varianti. Ma come sottolineato sia dalla Regione che dai ricercatori dell’UniFi
e UniFg il batterio in questione agirebbe da concausa laddove siano presenti
altri agenti debilitanti per la pianta. Va sottolineato inoltre che come
affermato dai ricercatori dell’Università di Foggia i sintomi riscontrati
assomigliano alle infezioni da Verticillium
dahliae, di cui ufficialmente ad oggi non ne è stata indagata e nè
pubblicata la presenza. Inoltre, va sottolineato che il vettore che starebbe
contagiando rapidamente vaste aree a macchia di leopardo non è ancora noto. Sono
coinvolte le cicadellidi, ma come la stessa Efsa (autorità europea per la
sicurezza alimentare) afferma, esse non sono in grado di compiere neanche 100 metri.
In seguito a degli esposti sulla vicenda, presentati da
associazioni e cittadini, la Procura della Repubblica di Lecce apre un
fascicolo a carico d’ignoti, poiché la distruzione degli alberi, con la
conseguente desertificazione nonché l’impiego di pesticidi potrebbero smuovere
diversi interessi di diverse entità, soprattutto speculativi ed inoltre si sta
indagando su eventuali negligenze e responsabilità degli enti preposti.
Nel mese di aprile nei comuni di Trepuzzi, Surbo,
Copertino, Sternatia, Galatina e Lecce è iniziato l’abbattimento delle prime
104 piante. Nel comune di Trepuzzi in particolare, gli alberi secolari
abbattuti risultavano essere asintomatici. E non sappiamo nulla degli altri poiché
le operazioni si sono svolte in un totale clima oscurantista rendendo altresì
difficile ai cittadini individuare le aree potenzialmente coinvolte. Inoltre
visto il mancato rispetto delle basilari norme di profilassi (mancata
bruciatura delle parti verdi sostituita da trinciatura in loco data in pasto ai
venti, mancato compostaggio del materiale legnoso per almeno un mese
trasportato su camion aperti il giorno stesso delle operazioni di taglio) pare
assurdo che ci si possa affidare completamente al parere univoco senza una
conferma da parte di ulteriori esperti del settore di Patologia vegetale.
Pertanto
chiediamo che
Tutti i sindaci che hanno a cuore il patrimonio olivicolo
del proprio comune si mettano in
contatto con tutti i colleghi e richiedano unitariamente con spirito
collaborativo ad altri istituti di ricerca differenti da quelli individuati
dalla regione Puglia, che attivino programmi o piani di ricerca sperimentale
indipendenti al fine di:
- svolgere
approfondimenti su tutti gli agenti causali del “Complesso del disseccamento
rapido dell’olivo”;
- confermare
la presenza di X. fastidiosa mediante
l’applicazione di tecniche diagnostiche integrate secondo quanto previsto dai
protocolli ufficiali EPPO;
- definire
la patogenicità e la virulenza del ceppo di X.
fastidiosa rilevata sulle piante infette.
- definire
il ruolo delle piante ospiti e dei vettori nell’epidemiologia del batterio.
- definire
le azioni per contrastare la diffusione del problema.
Tutto, al fine della corretta valutazione del rischio
fitosanitario di questa emergenza e della pianificazione delle strategie di
lotta, per permettere all’ulivo, emblema della
nostra storia, della nostra economia, unica fonte d’ossigeno di un territorio
privo di foreste oltre che di forte caratterizzazione paesaggistica, di
continuare ad esistere.
La nostra richiesta indirizzata ai sindaci, ovvero la
massima autorità sanitaria comunale,
scaturisce dal fatto che se di grave
patologia si dovesse trattare, la nostra regione deve essere aperta al parere
di più esperti che possano far luce sul problema che sta riguardando il
patrimonio olivicolo salentino. Se si trattasse di individui umani, dinanzi ad
un grave problema non ci si fermerebbe al primo parere ricevuto, specie se
questo risultasse in qualche modo in contraddizione con altri esiti effettuati.
Se la Regione non intende avvalersi di altri giudizi scientifici allora debbono
attivarsi i singoli comuni del territorio.
In attesa di una Vostra risposta
Cordiali saluti.
Spazi Popolari
Il presidente
Il presidente
Ivano Gioffreda
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