Dopo
la minaccia da parte di Coldiretti di vietare i ramoscelli
d'ulivo per la tradizionale benedizione della Domenica delle Palme e
la lettera del commissario per l'emergenza "xylella
fastidiosa" dott. Giuseppe Silletti inviata a monsignor
Domenico D'Ambrosio Arcivescovo della diocesi leccese, atti ritenuti
da noi molto gravi e lesivi per l'intero territorio, in sintonia con
altre Ass.ni abbiamo voluto dare esempio di democrazia e di
disobbedienza civile.
La
domenica delle Palme tutti in piazza Sant’Oronzo a Lecce per
difendere gli ulivi
Intorno
alle 15 la piazza comincia a riempirsi di gente, che risponde
all’appello lanciato da intellettuali, artisti, musicisti,
agronomi, contadini e ambientalisti. E’ una marea che la invade:
migliaia di persone sono qui, giunti da ogni dove, dai luoghi
dolenti, dove si combattono battaglie per l’ambiente come a
Taranto, che ha saputo respingere il ricatto ambiente-lavoro.
Non
si è mai vista tanta gente in piazza S. Oronzo a Lecce per
rivendicare la tutela del paesaggio salentino che ha nell’ulivo il
suo simbolo di eccellenza e soprattutto di identificazione. Questi
sono i due elementi che hanno contraddistinto gli interventi degli
oratori che si sono succeduti per tutto il pomeriggio.
Don
Raffaele Bruno della Diocesi di Lecce alterna parole italiane ed
espressioni salentine, giura che gli ulivi non hanno bisogno di
essere benedetti, che la loro condizione chiama in causa tutti –
definiti popolo degli ulivi – perché si torni a pratiche agricole
naturali, quelle che ci hanno tramandato i nostri nonni e che solo
interessi estranei a questa terra hanno compromesso. Il riferimento è
alle multinazionali del cibo, da molti interventi chiamate in causa
per ribadire che ci sarà una decisa resistenza contro gli ogm,
contro i pesticidi che si vogliono spargere a piene mani, anzi a
pieni contenitori spruzzati dagli aerei sul territorio salentino
avvelenando ogni forma di vita, anche quella umana.
Antonia
Battaglia di PeaceLink riporta il dibattito lacunoso in Comunità
Europea trascinata dal piano regionale ad assumere posizioni di messa
in quarantena e di annientamento degli ulivi che hanno rami
disseccati.
Ivano
Gioffeda è il santone che in questi anni si è battuto generosamente
contro le logiche di una ricerca limitata alla Università di Bari,
finora incapace di definire le cause scientifiche di questo strano
disseccamento. E’ pronto a ritornare con la sua azienda agricola a
costituire dei laboratori in cui riprendere i saperi antichi e le
vecchie pratiche che hanno definito questo paesaggio magnifico, ora
esposto al rischio delle ruspe.
Nandu
Popu dei Sud Sound System canta il motivo delle ‘radici ca tieni’
e tutta la piazza lo segue, il suo è un lungo excursus nella storia
della civiltà salentina che affonda al tempo della Magna Grecia e
molto ha ancora da dire alla generazioni future. La musica
tradizionale inneggia dal canto di Enza Pagliara e del suo coro, Mimo
Cavallo segue le piazze e segna con il ritmo la contrarietà a
progetti lesivi del territorio.
Giuseppe
Serravezza, medico della Litl, richiama la necessità di guardare nel
piatto in cui si mangia, e sollecita tutti ad essere consapevoli, a
ritornare finalmente sobri per evitare che ci si ritrovi del tutto
privi di un territorio che è esposto ai colpi della sorte, intesa
come interessi delle multinazionali che non hanno certo a cuore la
salute dei cittadini.
Il
pensiero di Pino Aprile, scrittore meridionalista, riecheggia nella
voce di Rosanna Quarta sulla necessità di costituire una rete che
respinga questo attacco concentrico contro il meridione d’Italia,
dalla Campania terra di fuochi, alla Basilicata terra di
perforazioni, al Salento terra di eradicazioni.
Giovanni
Carbotti di ‘Respira Taranto’ e Paolo Pisanelli, regista del film
‘Buongiorno Taranto’, invitano a proseguire nell’impegno di
lotta all’appuntamento del 1° maggio nella città dell’ILVA. Un
popolo, è nato un popolo quest’oggi in piazza S. Oronzo a Lecce
che non lascerà eradicare nessun ulivo, perché un malato si cura e
non si condanna a morte!
E’
questo l’impegno assunto da tutti, dal fiume di interventi che si
susseguono sul palco improvvisato, fra il Sedile e la statua del
Santo, come per dare concretezza al lavoro agricolo e al turismo e
sacralità alle parole e ai propositi assunti.
Paolo
Rausa
Video correlati
Video tratto da Le Iene di Nadia Toffa
Nessun commento:
Posta un commento