La fumaggine si presenta su foglie, germogli e frutti come una macchia scura dapprima polverosa e simile a fuliggine che ricopre la pianta fino ad impedirle di ricevere la luce necessaria per vivere.
Si tratta di ammassi polverosi di origine parassitaria che possono colpire la porzione aerea di molte piante, da interno e da esterno.
Cos'è la fumaggine e cosa la provoca?
La patina
bruno-nerastra visibile
sulla superficie fogliare può avere spessore
variabile da
1-2 millimetri, sino a 3-4 millimetri nei
casi più gravi e consistenza diversa: può essere secca e
indurita
(se il primo attacco è remoto e se si è ripetuto nel corso del
tempo), oppure molle
e untuosa,
nel caso di nuova manifestazione del fenomeno. È
dovuta ad alcuni funghi saprofiti (generi Capnodium,
Cladosporium, Ulocladium)
che non penetrano in profondità ma si
sviluppano solo sulla superficie fogliare.
I
diversi
microrganismi fungini responsabili della fumaggine si nutrono delle
sostanze dolciastre e appiccicose
(melata) emesse
da alcuni insetti nocivi (afidi, cocciniglie, psille) che in
precedenza avevano attaccato la pianta. Oppure la melata può anche
fuoriuscire direttamente dalle superfici fogliari, sotto forma di
minuscole goccioline ricche di zuccheri,come conseguenza, ad esempio,
di un arresto della traspirazione fogliare o di uno stato di
particolare sofferenza dell’intera pianta (stress idrici e
termici).
I
funghi della fumaggine sono pericolosi perché si adattano facilmente
a diverse condizioni ambientali, sia all’aperto, sia in spazi
interni. In più si diffondono velocemente e si possono trasmettere
facilmente da pianta a pianta, per semplice contatto delle porzioni
infette con quelle sane.
Dal
2008 in Puglia, nell'arco ionico Salentino, è stata segnalata la
presenza di un insetto da quarantena, responsabile della diffusione
del contagio: l'aleurocanthus spiniferus.
Si
tratta di un insetto omottero sternorrinco appartenente alla
superfamiglia Aleirodoidei originario nella fascia intertropicale del
continente asiatico e oggi presente in arie zone dell’Africa,
dell’Oceania. Per quanto riguarda l’Italia, la presenza viene
segnalata in Salento e dal 2008 sembra essere limitata a questa area.
Gli adulti di questa specie non sono abili volatori, ma la diffusione
può essere operata dal vento sulle distanze più o meno brevi, ma
sulla lunga distanza viene coinvolto lo spostamento di materiale
vegetale infestato. A. spiniferus è un insetto polifago, per lo meno
nelle zone di origine, ma nei nostri ambienti mostra una spiccata
preferenza per le piante del genere Citrus. Le forme giovanili di
questo omottero infestano generalmente la pagina inferiore delle
foglie delle piante, dove mediante stiletti boccali pungono i tessuti
vegetali sottraendo linfa e producendo escrementi zuccherini che
imbrattano le piante attaccate determinando lo sviluppo di fumaggini.
L’attività di alimentazione causa quindi un danno diretto e
indiretto che conducono al disseccamento della vegetazione con
conseguente caduta degli organi fotosintetici e nei casi più gravi
alla morte della pianta colpita. Il numero delle generazioni annuali
è variabile in funzione dell’andamento climatico(generalmente 3
generazioni), mentre lo svernamento avviene per lo più allo stadio
di neanide.
Il
contenimento di questo aleirodide è svolto da numerosi nemici
naturali essenzialmente i parassitoidi appartenenti alle famiglie
Afelinidae e Platigastritidae, tra cui Amitus hesperidum eEncarsia
smithi.
La
fumaggine, quindi, è quasi sempre una malattia che si sviluppa
secondariamente: come conseguenza di un attacco da parte di altri
parassiti ed a seguito di una situazione di stress, ambientale o
nutrizionale.
La
prevenzione
La
fumaggine anzitutto si previene evitando:
-
condizioni di sofferenza della pianta, che si manifestano quando, ad
esempio, è collocata in ambiente non adatto o è poco curata;
-
concimazione azotata: l’azoto, se dato in grande quantità,
favorisce una rigogliosa crescita di tessuti verdi, che però
rimangono teneri ed acquosi, quindi facilmente aggredibili dai
parassiti;
-
ristagno idrico nel terreno: a seguito di tale situazione le piante
subiscono un rammollimento dei tessuti e sono quindi più facilmente
attaccabili;
-
contatto con piante già infestate: contatto diretto tra pianta sana
e malata o contatto indiretto tramite l’azione dell’uomo (con le
mani, con strumenti di taglio passati prima nella zone infette e poi
in quelle sane);
-
scarso riciclo di aria all’interno della chioma: situazione grave,
specialmente in ambiente caldo-umido e in piante a chioma molto
fitta.
Anche
in questo caso abbiamo applicato alcune sperimentazioni col metodo
empirico con approccio agro-ecologico, secondo i principi
dell'Agricoltura Organica Rigenerativa con risultati
soddisfacenti, preoccupandoci dello stato di salute delle piante e
non degli insetti vettori coinvolti.
La
carenza di elementi nutritivi porta la pianta ad uno stato
stress e di debolezza che la espongono agli attacchi di agenti
patogeni. E' per questo importante una buona e sana concimazione
organico-minerale. Durante la primavera si possono distribuire
piccoli quantitativi di microelementi come ferro, zinco, magnesio e
manganese per prevenire i fenomeni carenziali piuttosto diffusi negli
agrumi.
Trattamento
nutritivo per agrumi
Portare
ad ebollizione 10 litri di acqua; a bollore avvenuto versare 3-4 Kg
di cenere + 150 Grammi di sapone di Marsiglia
mescolare
per mezz’ora, spegnere e lasciare raffreddare e decantare
prima dell’utilizzo.
1°
Trattamento: diluire la soluzione cenere in 200 litri di acqua,
mescolare per bene e irrorare tutta la pianta
2°
Trattamento con soluzione zolfo calce cenere dopo 10 giorni circa dal
primo trattamento
Diluire
la soluzione zolfo calce cenere all’8% e irrorare chioma e tronchi.
3°
Trattamento con poltiglia bordolese dopo 15 giorni dall’ultimo
trattamento.
Preparazione
poltiglia bordolese per 100 Lt di acqua, sciogliere in un contenitore
1 Kg di calce viva
(meglio se da fornace) altrimenti grassello di calce, in un
contenitore separato sciogliere 1 Kg di solfato di rame (vecchio
verderame) versare i due prodotti in 100 Lt di acqua e irrorare
chioma e tronchi.
Nella
soluzione zolfo-calce cenere è consigliabile aggiungere 2 kg di
zucchero per 100 lt di acqua
Ripetere
il trattamento a fine inverno.
E’
consigliabile concimare gli agrumi con minerali zinco-ferro-
magnesio, l’apporto di azoto deve essere organico.
Ripetere
il trattamento in primavera e in estate
Lo
zolfo è un componente di alcune proteine e svolge alcune funzioni
basilari nella pianta. Esso è molto abbondante in quasi tutti i
terreni e si trova in forma di solfato e come tale viene assorbito.
Le
carenze di zolfo sono rare e si presentano così:
Clorosi
generalizzata, più accentuata sulle foglie giovani.
Crescita
stentata.
Foglie
apicali piccole.
Accartocciamento
anomalo delle foglie
·
Potassio (K)
·
Il potassio ha una funzione
importantissima, controlla il turgore delle cellule e il turgore è
responsabile dell’accrescimento della pianta. In generale la pianta
sta meglio in presenza di potassio, fiorisce abbondantemente, produce
più frutti, resiste meglio agli attacchi parassitari.
La
carenza di potassio provoca:
Indebolimento
dei fusti erbacei.
Clorosi
a chiazze seguita da comparsa di zone necrotiche lungo i margini
delle foglie.
Annerimento
di alcune zone delle foglie.
I
sintomi si presentano prima nelle foglie vecchie.
Maggior
sensibilità verso agenti patogeni.
Alcune piante crescono a rosetta (cioè non sviluppano il fusto).
Contattandoci all'indirizzo mail spazipopolari@gmail.com o al numero +393882422830
è possibile prenotare la soluzione zolfo-calce-cenere.
Molto interessante. Per la soluzione zolfo calce cenere, che dosi servirebbero? grazie
RispondiEliminaScusate un chiarimento non ho capito bene al primo trattamento la soluzione cenere fa riferimento a quella che si aggiungono 150 grammi di sapone di marsiglia?
RispondiEliminagrazie blog fantastico!
zolfo, potassio e altro si trovano nei consorzi agrari?
RispondiEliminaChe cenere ci vuole? Di legna bruciata?
RispondiEliminaBuongiorno Ivano, complimenti per il tuo spazio. Volevo approfittare più chiederti con cosa cosa combattere gli afidi e le formiche sugli agrumi. Grazie
RispondiEliminaPer quanto riguarda il secondo trattamento, in che dosi si usano zolfo, calce e cenere? In parti uguali?
RispondiEliminaDalle varie sostanze dei trattamenti si deduce che non bisogna effettuarli durante la fioritura. Essendoci varietà di agrumi, quasi sempre in fioritura, vorrei chiederLe se si possono ridurre i giorni tra un trattamento e l'altro, anche scendendo nel dosaggio. La ringrazio!
RispondiEliminaLe foglie del mio limone sono diffuse difumaggine che sto cercando di pulire con alcol. Le dosi indicate non corrispondono alle esigenze di una pianta che coltivo sul mio balcone. Nel passato per le cocciniglie ho usato una soluzione di acqua in cui ho di sciolto del sapone di marsiglia ed un cucchiaino di olio di semi. Potrebbe andar bene? Accetto consigli, vedo già apparire piccoli boccioli. Grazie.
RispondiEliminaSe tratto i limoni per la fumaggine, posso poi usare gli agrumi per fare il limoncello?
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