lunedì 21 settembre 2015

A.A.A. Spazio cercasi (aiutateci a sognare ancora!)





 Popolari nasce a Sannicola (Le) dapprima con l'orto”I colori della Terra” nell'aprile del 2013 in cui hanno iniziato a germinare i principi dell'Agricoltura Organica Rigenerativa,poi ritrovandoci in un comitato nel giugno del 2013 e divenendo un'associazione nel febbraio del 2014.
La nostra unione è nata dalla visione, per tanti utopica, di poter seminare nel nostro comune ed in quelli del circondario la possibilità di creare lavoro indipendente e diverse forme di aggregazione a partire dall'agricoltura naturale e dalla riscoperta delle proprie radici.
Abbiamo affrontato diverse difficoltà in questi anni, soprattutto legate alla terra, dato che nel comune in cui operiamo è praticamente impossibile trovarne in un'estensione superiore ad un ettaro e,seppur in abbandono, in comodato d'uso gratuito, dal momento che nei pressi di Gallipoli anche l'aria ha un prezzo. Abbiamo avuto quindi alcuni terreni distanti tra loro, dovendo affrontare ogni giorno problemi logistici tipici delle dislocazioni.
Siamo dei ragazzi che non usano veleni, concimano la terra con il letame ed altri elementi naturali disponibili localmente, utilizzano minerali e preparati di difesa naturali ed a basso costo e sementi autoctone che per altro sono più resistenti ai malanni e richiedono anche meno acqua di quelle convenzionali,(il che non è male se pensiamo che l'acqua utilizzata per irrigare viene esclusivamente da una falda freatica in continuo esaurimento idrico).
Oggi siamo ritornati ad avere un solo orto a Sannicola, perché sostenere più pozzi artesiani non è sostenibile sotto diversi punti di vista, stiamo praticando delle sperimentazioni su un agrumeto gravemente colpito da fumaggine e conduciamo organicamente un piccolo vigneto, da poco vendemmiato, in agro di Alezio.
Per poter andare avanti nelle nostre attività e riuscire ad ampliare tutti i nostri progetti(abbiamo tante idee in cantiere che aspettano di essere realizzate)dobbiamo trovare una struttura che funga da sede, luogo in cui svolgere attività laboratoriali, incontri,  che disponga di uno spazio da adibire a deposito/rimessa di mezzi agricoli e preparati autoprodotti,(e per questo preferibilmente lontana dal centro abitato). Cerchiamo un luogo fornito di allacci idrici ed elettrici che non abbia problemi strutturali e con degli spazi adatti a sviluppare tutte le attività dell'associazione e su cui pagare un affitto equo con un contratto che ci permetta di crescere, nel tempo. Continuiamo a credere nell'importanza di seminare cambiamento qui ed ora, perché non vogliamo cedere alla promessa di luoghi in cui le utopie come la nostra sono invece ben accolte ed incentivate tanto da essere realtà possibili. Troviamo fondamentale non andare via, sebbene potremmo essere costretti a farlo. Per questo le nostre ricerche sulla struttura sono indirizzate tra Sannicola e frazioni, Tuglie, Alezio, il comprensorio dei comuni che subiscono l'essere periferia della periferia della più nota cittadina ionica. Continuiamo a sentire in noi la necessità di restare perché uno Spazio Popolare pensiamo debba instillarsi nelle comunità che hanno smesso di credere nei propri sogni.
Per informazioni e contatti:spazipopolari@gmail.com
Telefono:                             +393882422830

lunedì 6 luglio 2015

Le attività dell'associazione, sono possibili solo con il contributo di tutti. Sostienici anche tu!

Spazi Popolari è un laboratorio di idee e progetti in movimento, che parte dall'agricoltura naturale e affronta,facendo informazione ed anche esperienze pratiche che ruotano intorno ai "saperi perduti", le tematiche che incidono sul territorio, proponendo modelli di crescita consapevoli ed ecosostenibili.
Per sostenere le attività dell'associazione di promozione sociale Spazi Popolari- AgriCultura Organica Rigenerativa, è importante il contributo di tutti. 

Possono concorrere alla crescita dell'associazione sia enti pubblici che cittadini privati, effettuando una donazione intestata a: 

Spazi Popolari a.p.s., via Regina Elena 81, Sannicola(Lecce)
c/c postale    00102080565Filiale di Sannicola (Lecce)
Codice IBAN:    IT92 C076 0116 0000 0102 0805 659





                                                          

giovedì 23 aprile 2015

25 Aprile Liberiamo Oria

Quest'anno l'anniversario della Liberazione assume un significato importante #difendiAMOgliulivi


VENDESI ITALA
 
In questo modo l'accaparramento alla Terra da parte delle grandi aziende e gruppi industriali è già iniziato, i loro interessi sono palesemente conosciuti su larga scala su tutto il pianeta ormai diviso tra sfruttatori e sfruttati, mercanti e servi, produttori e consumatori, e per realizzare questo progetto, ormai sperimentato in varie nazioni, prima si deprezza il valore commerciale della terra e poi arrivano gli avvoltoi. 


Xylella è un pretesto! Nessuno è interessato ad investire sulle buone pratiche per far guarire i nostri olivi. In questo contesto, si inseriscono molti fattori e molti interessi legati tra loro. L'embargo francese nei nostri confronti è il frutto costruito a tavolino, basta ricordare chi ci ha deliberatamente SPUTTANATI con la storia della peste degli olivi e impedire la benedizione dei ramoscelli d'ulivo. Tutto serviva a far scattare l'emergenza e quindi lo stato di calamità che si traduce in centinaia di milioni di euro, FRODE ALL'UNIONE EUROPEA. 

I francesi non sono nostri nemici, a noi il difficile compito di far comprendere loro l'inganno ! Non dimentichiamo l'embargo interno al nostro paese, molte regioni italiane, tra cui la Lombardia, non acquista più nulla dalla Puglia. Provate a chiedere ai produttori di carciofi.

DA NON DIMENTICARE,
TUTTO TORNA E COINCIDE CON EXPO & TTIP. TERRA E ACQUA, IL PETROLIO DEL. 3° MILLENNIO.



La xylella non è il problema. Dietro xylella c'è un progetto molto più ampio del nostro recinto mentale e campanilistico dell'area salentina. Sotto assalto c'è l'agroalimentare italiano, la base della dieta mediterranea. La xylella è un pretesto per un progetto capitalistico di industrializzazione dell'intero comparto agricolo, agroalimentare e turistico (campi da golf- resort). 

DA NON DIMENTICARE,
TUTTO TORNA E COINCIDE CON EXPO & TTIP. TERRA E ACQUA, IL PETROLIO DEL. 3° MILLENNIO.


Concentriamo le forze e Liberiamo la Puglia 

Il 25 tutti a Liberare Oria 

                                                 
IL FUTURO NON E' SCRITTO....





venerdì 17 aprile 2015

Cura non tortura


Parte il tour Cura dell'Olivo
laboratorio pratico aperto e gratuito
Cura non tortura !

   Prossima tappa 25 Aprile Oria
  Festa della Resistenza
l'Olivo Resiste


lunedì 6 aprile 2015

#difendiAMO Madre Terra e Padre Olivo



Dopo la minaccia da parte di Coldiretti di vietare i ramoscelli d'ulivo per la tradizionale benedizione della Domenica delle Palme e la lettera del commissario per l'emergenza "xylella fastidiosa" dott. Giuseppe Silletti inviata a monsignor Domenico D'Ambrosio Arcivescovo della diocesi leccese, atti ritenuti da noi molto gravi e lesivi per l'intero territorio, in sintonia con altre Ass.ni abbiamo voluto dare esempio di democrazia e di disobbedienza civile.

La domenica delle Palme tutti in piazza Sant’Oronzo a Lecce per difendere gli ulivi

Intorno alle 15 la piazza comincia a riempirsi di gente, che risponde all’appello lanciato da intellettuali, artisti, musicisti, agronomi, contadini e ambientalisti. E’ una marea che la invade: migliaia di persone sono qui, giunti da ogni dove, dai luoghi dolenti, dove si combattono battaglie per l’ambiente come a Taranto, che ha saputo respingere il ricatto ambiente-lavoro.

Non si è mai vista tanta gente in piazza S. Oronzo a Lecce per rivendicare la tutela del paesaggio salentino che ha nell’ulivo il suo simbolo di eccellenza e soprattutto di identificazione. Questi sono i due elementi che hanno contraddistinto gli interventi degli oratori che si sono succeduti per tutto il pomeriggio.

Don Raffaele Bruno della Diocesi di Lecce alterna parole italiane ed espressioni salentine, giura che gli ulivi non hanno bisogno di essere benedetti, che la loro condizione chiama in causa tutti – definiti popolo degli ulivi – perché si torni a pratiche agricole naturali, quelle che ci hanno tramandato i nostri nonni e che solo interessi estranei a questa terra hanno compromesso. Il riferimento è alle multinazionali del cibo, da molti interventi chiamate in causa per ribadire che ci sarà una decisa resistenza contro gli ogm, contro i pesticidi che si vogliono spargere a piene mani, anzi a pieni contenitori spruzzati dagli aerei sul territorio salentino avvelenando ogni forma di vita, anche quella umana.

Antonia Battaglia di PeaceLink riporta il dibattito lacunoso in Comunità Europea trascinata dal piano regionale ad assumere posizioni di messa in quarantena e di annientamento degli ulivi che hanno rami disseccati.
Ivano Gioffeda è il santone che in questi anni si è battuto generosamente contro le logiche di una ricerca limitata alla Università di Bari, finora incapace di definire le cause scientifiche di questo strano disseccamento. E’ pronto a ritornare con la sua azienda agricola a costituire dei laboratori in cui riprendere i saperi antichi e le vecchie pratiche che hanno definito questo paesaggio magnifico, ora esposto al rischio delle ruspe.

Nandu Popu dei Sud Sound System canta il motivo delle ‘radici ca tieni’ e tutta la piazza lo segue, il suo è un lungo excursus nella storia della civiltà salentina che affonda al tempo della Magna Grecia e molto ha ancora da dire alla generazioni future. La musica tradizionale inneggia dal canto di Enza Pagliara e del suo coro, Mimo Cavallo segue le piazze e segna con il ritmo la contrarietà a progetti lesivi del territorio.

Giuseppe Serravezza, medico della Litl, richiama la necessità di guardare nel piatto in cui si mangia, e sollecita tutti ad essere consapevoli, a ritornare finalmente sobri per evitare che ci si ritrovi del tutto privi di un territorio che è esposto ai colpi della sorte, intesa come interessi delle multinazionali che non hanno certo a cuore la salute dei cittadini.

Il pensiero di Pino Aprile, scrittore meridionalista, riecheggia nella voce di Rosanna Quarta sulla necessità di costituire una rete che respinga questo attacco concentrico contro il meridione d’Italia, dalla Campania terra di fuochi, alla Basilicata terra di perforazioni, al Salento terra di eradicazioni.

Giovanni Carbotti di ‘Respira Taranto’ e Paolo Pisanelli, regista del film ‘Buongiorno Taranto’, invitano a proseguire nell’impegno di lotta all’appuntamento del 1° maggio nella città dell’ILVA. Un popolo, è nato un popolo quest’oggi in piazza S. Oronzo a Lecce che non lascerà eradicare nessun ulivo, perché un malato si cura e non si condanna a morte!

E’ questo l’impegno assunto da tutti, dal fiume di interventi che si susseguono sul palco improvvisato, fra il Sedile e la statua del Santo, come per dare concretezza al lavoro agricolo e al turismo e sacralità alle parole e ai propositi assunti.

Paolo Rausa











 Video correlati

Video tratto da Le Iene di Nadia Toffa






domenica 22 febbraio 2015

CO.DI.RO Complesso Diserbanti Rapidi per l'Olivo

Diserbanti e insetticidi, un pericolo per la salute e l’ambiente.





Diserbanti comunemente usati 
in agricoltura e quindi alla base dei nostri Olivi 


                                                    Roundup Platinum principio attivo  
                                                 





                                                               
                              Principi attivi ZOOMER GLYPHOSATE+ OXYFLUORFEN






















Nervure super è un diserbante selettivo, viene usato contro le graminacee. 
coda di volpe è ungraminacee che ha creato resistenza ai diserbanti comuni 
e per questo viene miscelato insieme al Gliphosate

Insetticidi comunemente e impropriamente usati su olivi!

                                                                 Principio attivo Confidor






                                                      Decis  Principio attivo e rischi per l'ambiente











Gennaio 2015 

PESTICIDI: verso una pandemia silenziosa 

Cibo e Malattie: un grosso conflitto di interessi. 

Da anni gli organismi internazionali riservano particolare attenzione alle criticità ambientali come la deforestazione, i limiti delle risorse e le energia rinnovabili. Il 2010 è stato l’anno della biodiversità, il 2011 quello delle foreste, il 2012 delle energie rinnovabili, il 2013 dell’aria, il 2014 dell’agricoltura famigliare. 

Il 2015, con “l’EXPO internazionale 2015”, non poteva che essere l’anno del cibo con il suo motto impegnativo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Anche il National Geographic Italia ha dedicato il numero di maggio 2014 al “futuro del cibo”. 

Chiaro l’avvertimento del direttore Marco Cattaneo nell’editoriale: “Se pensate che la principale minaccia per l’ambiente sia l’industria, o i trasporti, vi sbagliate.

Il più serio pericolo per il pianeta è ciò che mettiamo in tavola per cena.” Purtroppo i mercati di rapina del territorio, dello spreco di risorse e di precarizzazione della salute, continuano a premiare settori che stanno producendo morte e malattie. Una continua e demenziale omissione da parte delle istituzioni nazionali non consente di attuare il “Principio di precauzione”, sancito dall’Europa e confermato anche in Italia dalla sentenza del Consiglio di Stato n.01281/2013 e quindi legge italiana a tutti gli effetti. 

Questo principio suggerirebbe un’azione preventiva della salute non solo dei gruppi umani più vulnerabili, ma anche degli ecosistemi. Le istituzioni regionali, invece, investono circa l’83% del totale dei loro bilanci in cure cliniche, cioè in prevenzione secondaria, mentre trascurano in modo irresponsabile le cause che producono i danni all’ambiente ed alla salute: cioè trascurano la prevenzione primaria. Dominique Belpomme, Presidente di ISDE, organizzazione internazionale dei medici per l’ambiente, nel 2008 parlando dei pesticidi si esprimeva così in sede UNESCO a Parigi: “L’infanzia stessa è in pericolo. 

Il problema oggi non è più quello dell’evidenza, l’evidenza c’è. Il problema non è più questo. Manca la volontà politica, è di questo che c’è bisogno”. Paradossalmente, anche in questa nostra crisi irreversibile e profonda, i tre settori in forte attivo sono il mercato delle armi, quello della chimica agricola e quello della chimica farmaceutica. La chimica agricola e la chimica farmaceutica sono unite fra loro da un macroscopico conflitto di interessi che lega i processi di produzione del cibo per uomini e animali alla cura di malattie, soprattutto di quelle croniche, come l’asma, le allergie, i tumori.

Centinaia di studi scientifici oramai dimostrano che queste malattie sono prodotte in gran parte dall’inquinamento, in continua crescita, dei fattori ambientali: aria, acqua, terra, cibo. Così i tumori stanno diventando la prima causa di morte, con forte crescita delle neoplasie alla prostata, al pancreas, mammella, tiroide, linfomi. Ogni anno si verifica in media un numero di nuovi casi di tumore, che è circa il doppio delle di morti per la stessa malattia. 

Con gli alimenti noi introduciamo nel nostro corpo circa l’80% degli inquinanti ambientali, inquinanti che vengono utilizzati per la produzione del cibo, soprattutto pesticidi nocivi e tossici, spesso cancerogeni, teratogeni (portatori di malformazioni) oppure interferenti endocrini. Entrando attraverso la membrana cellulare nell’organismo umano, questi interferenti non sono riconosciuti dai ricettori, perché mimano gli ormoni, e col tempo interferiscono sulla regolarità dello sviluppo cellulare. In caso di gravidanza i danni possono riguardare tre generazioni, andando a colpire la donna gravida, il feto e gli organi riproduttivi del feto. 

Ebbene tutto questo è ben conosciuto dalle case chimico farmaceutiche, le quali sanno che, con la contaminazione del cibo si avranno risvolti sanitari, ossia richieste di cure per malattie soprattutto croniche. Lo sanno soprattutto le grandi case chimico/farmaceutiche, che, in genere, oltre a produrre Pagina 2 di 2 i principi attivi per i pesticidi, ricercano i principi attivi per curare le malattie acute e croniche indotte dai pesticidi. 

Le grandi multinazionali condizionano pesantemente le istituzioni, che tendono ad autorizzare la declassificazione a “irritanti” o a “non classificati” di prodotti contenenti principi attivi classificati come “pericolosi” o “nocivi” (es. clorpirifos, mancozeb, etc). Inoltre si autorizza l’uso di decine di prodotti fitosanitari, in gran parte tossici per l’ambiente, con deroghe emesse per ragioni di “emergenza sanitaria”. 
Nella zona della DOC-DOCG prosecco del Veneto, nell’annuale convegno interregionale sulla fitoiatria (cura delle piante), le novità sui pesticidi vengono presentate da ben 16 case chimico/farmaceutiche (vedi depliant in figura). 

Si può immaginare come diventi sempre più forte la pressione psicologica verso gli agricoltori e i viticoltori in questo periodo di incertezza del raccolto dovuta al caos climatico. 
Gli interessi annuali nel campo dei pesticidi in Italia sono di circa 850 milioni di euro, ma la cura delle malattie indotte ed il lucro sulle loro cure sono enormemente più alti. Sono grossi interessi economici di un processo circolare essenziale per la sopravvivenza degli ecosistemi e del genere umano che ha fatto dire all’ex Segretario di Stato USA Henry Kissiger:“Controllate il petrolio e controllerete nazioni intere; controllate il sistema alimentare e controllerete le popolazioni”. Ci stiamo arrivando? 

In Italia nel 2012 secondo l’ISTAT sono state utilizzate 134.241 tonnellate di pesticidi, cioè di sostanze chimiche progettate a tavolino per uccidere la vita, sconosciute finora al processo evolutivo, contenenti il 54% circa di principi attivi e il 46% di coformulanti spesso segreti e spesso più dannosi dei principi attivi stessi. L’Italia (Science 2013) è il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata dell’Europa occidentale (5.6 kg/ettaro/anno). 

Nel 2012 nel Veneto sono state vendute 14.776 tonnellate di pesticidi (diluite poi con acqua circa 300 volte prima dell’irrorazione), e di queste 2.917 tonnellate sono tossiche e nocive. Come non pensare che questa massiccia e ampia diffusione non produca costi esterni (falde acquifere inquinate da bonificare, disagi alle persone, costi sanitari, etc) superiori ai vantaggi economici ottenuti con questo tipo di agricoltura? 

L’agricoltura chimica sta inquinando in accumulo la catena alimentare e gli ecosistemi dei territori, esattamente come il DDT negli anni ‘50 e ’60. Un’agricoltura più sostenibile, quella biologica, attualmente in crescita, può produrre senza l’utilizzo di protesi chimiche (concimi chimici e pesticidi) ed è già regolamentata a livello europeo. Essa, contrariamente a quanto dicono i detrattori, potrebbe sostenere la popolazione mondiale, come dimostra lo studio della McGill University e dell’University of Minnesota pubblicato da “Nature” nel maggio 2013. 

E comunque in futuro la transizione ai processi di coltivazione biologica sarà obbligata in quanto, con l’esaurimento delle fonti fossili, mancherà l’energia primaria per produrre sia i concimi chimici (soprattutto i concimi azotati) sia i pesticidi, i quali richiedono in media quattro tonnellate di petrolio per ogni tonnellata prodotta. Purtroppo ai processi agricoli convenzionali non si addebitano i costi per gli enormi danni ambientali e sociali prodotti dai pesticidi, mentre l’agricoltura biologica viene obbligata al rispetto di specifiche e procedure con addebito anche dei costi della certificazione biologica.
 
Gianluigi Salvador

lunedì 9 febbraio 2015

Siamo ciò che mangiamo


La abogada argentina Graciela Vizcay Gomez disertará sobre agrotóxicos en una universidad italia

         


L'evento del 12 febbraio,vede per la prima volta in Puglia, in Salento, la dott.ssa. Graciela Gomez ,avvocatessa argentina, scrittrice, ecologista e giornalista ambientale, donna che da anni lotta per difendere le vittime delle multinazionali, facendo emergere al contempo tutti i rischi legati ai prodotti venduti e brevettati dai colossi mondiali delle biotecnologie agrarie come Monsanto.


L' Incontro è organizzato dal CSV Salento e Spazi Popolari in collaborazione con Dream -Laboratorio Diffuso di Ricerca Interdisciplinare Applicata alla Medicina- Università del Salento ed il patrocinio del comune di Sannicola. 



mercoledì 28 gennaio 2015

ZERO PESTICIDI E LA VITA TI SORRIDERA' ANCHE GLI OLIVI SORRIDONO

Zona Castella, epicentro del focolaio.
Olivi trattati secondo le tecniche A.O.R. Agricoltura Organica Rigenerativa. L'agricoltore in questione ha eseguito alla lettera i nostri consigli.





                            Oliveto presso la zona focolaio Prov.le Alezio Taviano 
                              A sinistra olivi non trattati a destra olivi trattati 



Oliveto presso epicentro focolaio contrada La Castellana (Gallipoli)
Oliveto trattato secondo le tecniche dell'A.O.R
Agricoltura Organica Rigenerativa
L'agricoltore ha eseguito i nostri consigli
 Potatura leggera, esportati solo i rami secchi
Disinfettare(irrorare) tutta la pianta con poltiglia bordolese autoprodotta
solfato di rame + grassello di calce
disinfettare e nutrire i tronchi con solfato di ferro e grassello di calce

                                        Concimazione organica, sovescio di favino, lupino ecc

                                   Disinfettare pianta e terreno con zolfo e calce in polvere



                                                   Cura completa dell'Olivo
Sono sconsigliati diserbanti e insetticidi vari,
distruggono la flora batterica, impoveriscono il terreno e lo rendono sterile, privo di micro-organismi (autodifese)

sabato 17 gennaio 2015

Unica via percorribile, il ritorno alla Terra

SCENDIAMO IN CAMPO!
IL RITORNO DEI GIOVANI ALL’AGRICOLTURA: Una Scelta di Vita, Uno Stile di Vita

Maglie, 21 gennaio 2015 – Il regista Edoardo Winspeare sarà ospite dell’Istituto Agrario di Maglie  per un incontro con gli studenti sul tema delle nuove opportunità di inserimento dei giovani nel mondo dell’agricoltura.
L’evento, organizzato da docenti e studenti dell’Istituto Agrario Tecnico e Professionale di Maglie, intende focalizzare l’attenzione su un fenomeno comunemente definito "RITORNO ALLA TERRA": nuove realtà giovani coniugano l’amore per la natura con una visione di business innovativa, capace di creare sinergie con imprese, università, associazioni, senza dimenticare le proprie radici.
Prendendo spunto dal dibattito sul suo ultimo film “In Grazia di Dio”, interverrà sul tema il regista Edoardo Winspeare, che ha sposato la causa del ritorno alla terra con la sua scelta di una vita agreste nel basso Salento.
Si uniranno al dibattito il dott. Fabrizio de Castro, esperto in finanziamenti in agricoltura, e il sig. Ivano Gioffreda, presidente dell’Associazione “Spazi Popolari” Insieme ai docenti e agli ospiti si cercherà di tracciare un quadro complessivo del fenomeno che pare nascere dalla crisi, ma che è anche profondamente spinto dalle opportunità offerte da tecnologia e mercato globale.
Il ritorno alla terra sembra realizzarsi in modalità nuove rispetto al passato. La maggioranza delle aziende agricole oggi è multifunzionale: non si occupano solo di produzione alimentare, ma anche di attività agrituristiche o didattiche, forniscono prodotti e servizi. I giovani dovranno dunque imparare a mettere a frutto le competenze acquisite per sviluppare sistemi sostenibili e idee di business vincenti.
Pertanto, “scendiamo in campo” …….. con uno sguardo al futuro!