L'Ass.ne Spazi Popolari ringrazia la giornalista Anna De Matteis del quotidiano Piazzasalento, per la realizzazione del video, utilissimo per la diffusione delle buone pratiche agricole
martedì 30 dicembre 2014
Cura della terra
L'Ass.ne Spazi Popolari ringrazia la giornalista Anna De Matteis del quotidiano Piazzasalento, per la realizzazione del video, utilissimo per la diffusione delle buone pratiche agricole
giovedì 9 ottobre 2014
giovedì 2 ottobre 2014
Da Sannicola a Trani per la riscoperta e la tutela della terra
La Gazzetta del Mezzogiorno
Da Sannicola a Trani
per la riscoperta
e la tutela della terra

TRANI Nell’attuale società frenetica e tecnologizzata, pensare di costruire il proprio futuro nel mondo dell’agricoltura può sembrare difficile, ma per chi è sempre cresciuto a stretto contatto con la terra, la campagna rappresenta un’opportunità da cogliere al volo.
"Ricordo la casa dei nonni, come una casa povera, ma allo stesso tempo ricca di conserve di vario genere, passata di pomodori, sott’oli, fichi secchi, farine, legumi e i semi naturali che il nonno custodiva gelosamente e che anno dopo anno rinnovava". Con queste parole Ivano Gioffreda, presidente dell’associazione Spazi Popolari di Sannicola, ricorda la sua infanzia vissuta in casa dei nonni, braccianti agricoli grazie ai quali ha imparato a conoscere ed apprezzare il rapporto uomo-ambiente.
Durante la seconda edizione del Meeting Terra e Salute, che si terrà a Trani dal 3 al 5 ottobre, Ivano racconterà le proprie esperienze, le proprie conoscenze e gli incontri che gli hanno cambiato la vita, come quelli con Memmo Buttinelli, docente di biologia molecolare dell’Università La Sapienza di Roma, con Jairo Restrepo Rivera, uno dei massimi esperti mondiali di agricoltura organica rigenerativa, con Marc Tibaldi, autore del libro "Terra e Libertà/ Critical Wine", e con Angelo Carlo Licci, medico omeopata, in seguito al quale ha avuto origine il primo Meeting.
Che cosa è il Meeting Terra e Salute e qual è il suo scopo?
Il gruppo di lavoro del Meeting Terra e Salute, composto dall’associazione Spazi Popolari e da un gruppo di cittadini provenienti da diversi ambienti sociali e professionali, è l’avamposto di un modello nuovo di concepire la politica del fare sociale. Il Meeting nasce con lo scopo di raggruppare le positività presenti sull’intero territorio del sud Italia, con l’obiettivo di promuovere progetti di sviluppo lavorativo, ripartendo dalle buone pratiche AgroCulturali, dalla cura del benessere ambientale, sociale e fisico, ma anche dalla preparazione di prodotti erboristici, fitoterapici, ed omeopatici.
Cosa è Spazi popolari e come è nato questo progetto? Quali progetti portate avanti?
Spazi Popolari trae origine dall'agricoltura contadina che valorizza la biodiversità, ma si occupa anche del paesaggio e della sua preservazione. Ricerchiamo uno sviluppo equilibrato di agricoltura contadina, turismo e cultura. Siamo impegnati nella lotta per la valorizzazione del territorio, contro le monocolture, il turismo irresponsabile e la svendita del territorio. Per questo ci proponiamo di coinvolgere studenti, disoccupati, ricercatori, migranti, professionisti, attivisti, mediattivisti, creativi, consumatori critici, attori che possano creare un circuito virtuoso di relazioni, sensibilità, lotte e pratiche comunitarie. La prima cosa da far capire è che lavorare la terra con le tecniche attuali è molto meglio che lavorare da precari, e i giovani lo stanno sperimentando.
Qual è il futuro dell’agro ecologia nel Salento?
Il Salento ha grandi risorse paesaggistiche, ambientali e culturali, risorse che negli anni abbiamo trascurato e violentato, una ricchezza che non abbiamo saputo valorizzare: siamo seduti sull’oro e
non ce ne accorgiamo. Spesso, il Salento è preso d’assalto da speculatori senza scrupoli che dalla nostra terra vogliono solo trarre profitti con mega-villaggi turistici, resort e campi da golf che stravolgono l’identità culturale nostra e del nostro territorio. La nostra terra deve essere trattata come un’opera d’arte, va restaurata non violentata.
venerdì 26 settembre 2014
2°Meeting Terra e Salute
3-4-5 ottobre 2014 Meeting Terra e Salute, II Edizione
Castel del Monte e Trani.
Castel del Monte e Trani.
Prof. Bruno Brico Omeopata, Fitoteropata
Dott. Angelo Carlo Licci
medico omeopata medicina naturale
dir. medico DSS Maglie(LE)
Dr. Ben Van Ommen
Principal Scientist&Program Director System Biology NL
Dott.Giovanni Canora Dietista
esperto in Nutraceutica e Fitoterapici
Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto presidente gruppo Specchiasol SRL
Dott.ssa Caterina Origlia esp.in Ayurveda e medicina integrata
Dott.Antonio Savasta
sotituto procuratore presso il ribunale di Trani
Tiziana Colluto Giornalista Il Fatto QuotidianoRocco Botrugno Ass.ne Tullia e Gino Agriculture
Angelo Passalacqua Naturalista tutela e ripristino della biodiversità(semi naturali)
Prof. Pietro Perrino gia direttore e fondatore della Banca del germoplasma CNR Bari
Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo:
Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali (DiCEM)
Università degli Studi della Basilicata -
Ivano Gioffreda Presidente Ass.ne Spazi Popolari AOR
Dott.ssa Candida Calò presidente ass.ne Terra e Salute
Laura Imperiale e Tina Minerva (SPAZI Popolari)
Alessandra Serra - Luigi Bidetti
Ass.ne Terra e Salute
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venerdì 19 settembre 2014
Il sogno di Mattia
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Mattia, il giovane salentino
che dopo l'Australia
sogna un'azienda in Puglia
di Giacomo Pagone
La barba folta, i capelli scompigliati e il sorriso sincero di chi non ha avuto paura di mettere due continenti tra la sua vita quotidiana e la sua casa natale, pur di inseguire i propri sogni e le proprie ambizioni.
Mattia Morelli, ventisettenne leccese, partito alcuni anni fa alla scoperta del mondo, ha deciso di ripercorrere la sua strada in senso contrario per costruire il suo futuro nel Salento. Scegliendo il percorso inverso a quanti in questi anni hanno lasciato l’Italia per cercare fortuna all’estero, Mattia ribadisce la sua intenzione: tornare a casa e avviare un’azienda agricola.
Laureato in Scienze Politiche (prima a Lecce, poi a Parigi), Mattia mastica ancora quel sapore della scoperta che in tempi passati spingeva gli esploratori a lasciare le terre conosciute per affrontare l’ignoto. E, al giorno d’oggi, con internet e le sue messianiche missioni di portare la conoscenza al mondo intero e di avvicinare virtualmente tutti i luoghi, affrontare l’ignoto significa conoscere e sfidare le proprie paure. E allora Mattia, zaino in spalla, ha iniziato un viaggio che lo ha portato alla scoperta di se stesso.
Mattia riassumiamo i tuoi viaggi più lunghi: dalla Francia a Cuba fino all’Australia e la visita dell’Asia. Come passavi le tue giornate? Dove sei adesso e cosa fai?
Ogni viaggio ha rappresentato un momento diverso. Diversi stati d’animo, diverse attività quotidiane. Adesso sono consapevole di essere cittadino del mondo.
Parigi ha rappresentato una tappa fondamentale per la mia crescita individuale. Per la prima volta lasciavo le mie sicurezze, la mia città, la mia famiglia e tutte le mie abitudini, ma, allo stesso modo, mi ha aiutato a formare la mia cultura personale e limare molti aspetti del mio carattere.
La ricerca tesi a Cuba è stata, forse, la prima vera esperienza di studio della mia vita. Ho potuto studiare a fondo la Riforma agraria cubana, lavorando con i contadini, approcciandomi con le istituzioni e partecipando ai corsi di studio dell’Università Agraria dell’Havana, un mondo dove l’agricoltura diviene vita, esperienza di scambio, rispetto per l’ecosistema e nuova fonte di reddito.
Quello in Asia è stato il viaggio dell’equilibrio spirituale e della scoperta di un nuovo mondo completamente diverso da ciò che normalmente si può immaginare. Sviluppo di nuove attività, persone dinamiche, lavoratori capaci, governi lungimiranti. Una società in fermento, che non dimentica le proprie tradizioni.
L’Australia, dove vivo ora, rappresenta l’evasione dagli spazi stretti e dalle affollate città europee. E poi, qui ho la possibilità di scoprire nuove pratiche di agricoltura organica. Quelle della Permacultura, ad esempio, inventata nel 1978 dall’australiano Bill Morrison, che mira a costruire unità abitative autosufficienti o tendenti all’autosufficienza energetica ed alimentare
Cosa ti spinge, ogni volta, a lasciare tutto per iniziare una nuova avventura? In base a cosa scegli i Paesi in cui vivere?
La curiosità, l’energia proveniente dall’ignoto. La voglia di confrontare idee e sogni con luoghi e persone reali. Poi, diventa una droga e non puoi farne a meno.
Ogni paese è una storia differente. Mi lascio guidare dai miei desideri del momento, insieme alla voglia di conoscere determinate cose che possano arricchirmi culturalmente ed umanamente. La storia ad esempio. Oppure cerco l’opportunità di lavorare, o quella di formarmi.
Qual è il tuo progetto per quando, a novembre, tornerai in Italia? Come è nata questa idea?
Il Salento potrebbe essere l’avamposto europeo dell’agroecologia. Il mio progetto, nato durante gli anni universitari, è simile a quello portato avanti da numerose associazioni locali, come il gruppo Spazi Popolari di Ivano Gioffreda di Sannicola, ragazzi preparatissimi, che cercano di sviluppare il concetto di agro ecologia e lottano per proteggere i nostri ulivi dall’eradicazione coatta e dal famigerato batterio killer xylella.
Sfatiamo un mito: il mondo contadino, oggi, non è l’antitesi della modernità. Tu hai un blog (http://unastoriadisordinata.wordpress.com/) dove racconti i tuoi viaggi ma parli anche di tecniche agricole.
L’agricoltura non è il contadino che si spezza la schiena per tutta la sua vita, la terra per me significa ritorno alla cultura, al sapere che genera vita.
L’agricoltura è certamente lavoro, come ogni altra attività umana, ma è anche ricerca, studio delle dinamiche biologiche. Io ho ammirato diverse innovazioni: dalle compost toilettes australiane (bagni che non utilizzano lo scarico ma creano compost da riutilizzare), alla pianificazione pubblica cubana che ruota intorno ad un sistema completamente organico, senza pesticidi e prodotti chimici e senza monoculture. Tecniche che rispettano l’equilibrio ecologico, quindi la salute e la vita dell’uomo.
Lo scrittore statunitense Mark Twain sosteneva: “Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate.”
E, in fondo, cosa è la libertà se non la possibilità di inseguire i propri sogni e disporre della propria vita come meglio si crede?
La barba folta, i capelli scompigliati e il sorriso sincero di chi non ha avuto paura di mettere due continenti tra la sua vita quotidiana e la sua casa natale, pur di inseguire i propri sogni e le proprie ambizioni.
Mattia Morelli, ventisettenne leccese, partito alcuni anni fa alla scoperta del mondo, ha deciso di ripercorrere la sua strada in senso contrario per costruire il suo futuro nel Salento. Scegliendo il percorso inverso a quanti in questi anni hanno lasciato l’Italia per cercare fortuna all’estero, Mattia ribadisce la sua intenzione: tornare a casa e avviare un’azienda agricola.
Laureato in Scienze Politiche (prima a Lecce, poi a Parigi), Mattia mastica ancora quel sapore della scoperta che in tempi passati spingeva gli esploratori a lasciare le terre conosciute per affrontare l’ignoto. E, al giorno d’oggi, con internet e le sue messianiche missioni di portare la conoscenza al mondo intero e di avvicinare virtualmente tutti i luoghi, affrontare l’ignoto significa conoscere e sfidare le proprie paure. E allora Mattia, zaino in spalla, ha iniziato un viaggio che lo ha portato alla scoperta di se stesso.
Mattia riassumiamo i tuoi viaggi più lunghi: dalla Francia a Cuba fino all’Australia e la visita dell’Asia. Come passavi le tue giornate? Dove sei adesso e cosa fai?
Ogni viaggio ha rappresentato un momento diverso. Diversi stati d’animo, diverse attività quotidiane. Adesso sono consapevole di essere cittadino del mondo.
Parigi ha rappresentato una tappa fondamentale per la mia crescita individuale. Per la prima volta lasciavo le mie sicurezze, la mia città, la mia famiglia e tutte le mie abitudini, ma, allo stesso modo, mi ha aiutato a formare la mia cultura personale e limare molti aspetti del mio carattere.
La ricerca tesi a Cuba è stata, forse, la prima vera esperienza di studio della mia vita. Ho potuto studiare a fondo la Riforma agraria cubana, lavorando con i contadini, approcciandomi con le istituzioni e partecipando ai corsi di studio dell’Università Agraria dell’Havana, un mondo dove l’agricoltura diviene vita, esperienza di scambio, rispetto per l’ecosistema e nuova fonte di reddito.
Quello in Asia è stato il viaggio dell’equilibrio spirituale e della scoperta di un nuovo mondo completamente diverso da ciò che normalmente si può immaginare. Sviluppo di nuove attività, persone dinamiche, lavoratori capaci, governi lungimiranti. Una società in fermento, che non dimentica le proprie tradizioni.
L’Australia, dove vivo ora, rappresenta l’evasione dagli spazi stretti e dalle affollate città europee. E poi, qui ho la possibilità di scoprire nuove pratiche di agricoltura organica. Quelle della Permacultura, ad esempio, inventata nel 1978 dall’australiano Bill Morrison, che mira a costruire unità abitative autosufficienti o tendenti all’autosufficienza energetica ed alimentare
Cosa ti spinge, ogni volta, a lasciare tutto per iniziare una nuova avventura? In base a cosa scegli i Paesi in cui vivere?
La curiosità, l’energia proveniente dall’ignoto. La voglia di confrontare idee e sogni con luoghi e persone reali. Poi, diventa una droga e non puoi farne a meno.
Ogni paese è una storia differente. Mi lascio guidare dai miei desideri del momento, insieme alla voglia di conoscere determinate cose che possano arricchirmi culturalmente ed umanamente. La storia ad esempio. Oppure cerco l’opportunità di lavorare, o quella di formarmi.
Qual è il tuo progetto per quando, a novembre, tornerai in Italia? Come è nata questa idea?
Il Salento potrebbe essere l’avamposto europeo dell’agroecologia. Il mio progetto, nato durante gli anni universitari, è simile a quello portato avanti da numerose associazioni locali, come il gruppo Spazi Popolari di Ivano Gioffreda di Sannicola, ragazzi preparatissimi, che cercano di sviluppare il concetto di agro ecologia e lottano per proteggere i nostri ulivi dall’eradicazione coatta e dal famigerato batterio killer xylella.
Sfatiamo un mito: il mondo contadino, oggi, non è l’antitesi della modernità. Tu hai un blog (http://unastoriadisordinata.wordpress.com/) dove racconti i tuoi viaggi ma parli anche di tecniche agricole.
L’agricoltura non è il contadino che si spezza la schiena per tutta la sua vita, la terra per me significa ritorno alla cultura, al sapere che genera vita.
L’agricoltura è certamente lavoro, come ogni altra attività umana, ma è anche ricerca, studio delle dinamiche biologiche. Io ho ammirato diverse innovazioni: dalle compost toilettes australiane (bagni che non utilizzano lo scarico ma creano compost da riutilizzare), alla pianificazione pubblica cubana che ruota intorno ad un sistema completamente organico, senza pesticidi e prodotti chimici e senza monoculture. Tecniche che rispettano l’equilibrio ecologico, quindi la salute e la vita dell’uomo.
Lo scrittore statunitense Mark Twain sosteneva: “Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate.”
E, in fondo, cosa è la libertà se non la possibilità di inseguire i propri sogni e disporre della propria vita come meglio si crede?
martedì 2 settembre 2014
Ama la tua Terra difendi la tua cultura
Se ami la tua Terra vota questo sondaggio, L'Agroforesta degli Ulivi salentini, patrmonio dell'Umanità
http://anni80-90.it/vota-l-appello-all-unesco-olivo-patrimonio-dell-umanita-t4777.html
http://anni80-90.it/vota-l-appello-all-unesco-olivo-patrimonio-dell-umanita-t4777.html
mercoledì 27 agosto 2014
lunedì 18 agosto 2014
Mobilitazione Popolare a difesa del nostro patrimonio AgriCulturale
Giovedì 21 Agosto ore 19:00 Presso la sede Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori)
Via Alpestre Casarano
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Via Alpestre, 73042 Casarano LE, Italia
sabato 2 agosto 2014
Xylella e cemento
E se l'affaire Xylella si rivelasse un'occasione di speculazione edilizia?
Nelle linee guida per il contenimento di Xylella fastidiosa, pubblicate dalla Regione Puglia, prevista l'obbligatorietà dell'estirpazione delle piante infette. E per indennizzare gli olivicoltori si pensa a concessioni edilizie
Dopo l'allarme dei mesi autunnali del 2013 e le notizie
delle prime estirpazioni forzate, nonché l'intervento della
magistratura, ecco che l'affaire Xylella fastidiosa torna alla ribalta
dopo l'emanazione, da parte della Regione Puglia, di “Linee guida per il contenimento di Xylella fastidiosa”.
Si
tratta di un report particolarmente interessante perchè, oltre al
famigerato batterio, cita come agenti patogeni anche Zeuzera pyrina,
ovvero il rodilegno giallo, e due funghi (Phaeoacremonium e
Phaeomoniella spp.) quali agenti patogeni responsabili del Co.di.ro,
ovvero della sindrome di disseccamento rapido dell'olivo.
Visto che, ragionevolmente, è lecito pensare che l'abbandono di intere olivete abbia aumentato la recrudescenza di certe patologie e infezioni, è quantomeno singolare che, nelle strategie politiche di intervento, non si citi mai la possibilità di recupero proprio di queste olivete che diventeranno focolai permanenti. Le pur buone indicazioni agronomiche per la limitazione del contagio e della diffusione della malattia risulteranno purtroppo di scarsa efficacia se non accompagnate da adeguata politica olivicola.
Non sembra, invece, si sia andati oltre la dovuta logica emergenziale che prevede, come si legge a pagina 33, l'obbligo di estirpazione delle piante infette. E nei focolai puntiformi è prevista “l’identificazione delle piante infette viene effettuata ufficialmente dalla Regione Puglia e, a seguito di istruttoria amministrativa con atto finale di ingiunzione di abbattimento, la stessa Regione provvede all’abbattimento delle piante e alla bruciatura o trinciatura della parti infette, che possono determinare eventuale diffusione del batterio. Saranno, inoltre attuate, in base a specifiche situazioni dell’area interessata ulteriori interventi da parte della Regione o dei singoli proprietari/conduttori.”
Potrebbe poi avere il sapore di beffa la prescrizione indicata a pagine 36: “Inoltre, la facoltà, prevista dall’art. 3 del DDL 475/45, di imporre ai proprietari o conduttori dei fondi olivetati, l’obbligo di impiantare altrettanti alberi di olivo in luogo diverso da quello da abbattere, deve essere sempre esercitata, salvo casi particolari che impediscano il reimpianto e che, comunque, devono essere precisati e motivati nel decreto di autorizzazione.”
Oltre all'estirpazione di olivi che possono essere fonte di sussistenza per delle famiglie, oltre che patrimonio affettivo e paesaggistico, si prevede quindi che le stesse debbano piantare, a proprie spese, olivi “in luogo diverso”.
E' noto, invece, che la giurisprudenza indica che l'esproprio per pubblica utilità, che presenta forti analogie con il caso di abbattimenti coattivi, debba essere indennizzato. I fondi finora messi a disposizione per l'ìaffaire Xylella sono stati spesi in attività di ricerca e monitoraggio che sono oggetto di approfondimento da parte della magistratura. Improbabile che il governo, o Bruxelles, stanzino i fondi necessari. Impossibile trovare, nel bilancio regionale, tutti questi soldi.
Ecco così spuntare l'ipotesi, specie per le aree rosse e a forte vocazione turistica come Gallipoli, di un indennizzo sotto forma di possibilità edificatoria, aumento dei coefficienti di costruzione e/o permessi di costruire. Chissà che non venga presentata presto in Consiglio regionale una legge speciale su Xylella fastidiosa che contempli, in uno dei suoi articoli, questa possibilità. L'augurio e l'auspicio, al contrario, è che queste voci di corridoio vengano seccamente smentite.
di Alberto Grimelli

Visto che, ragionevolmente, è lecito pensare che l'abbandono di intere olivete abbia aumentato la recrudescenza di certe patologie e infezioni, è quantomeno singolare che, nelle strategie politiche di intervento, non si citi mai la possibilità di recupero proprio di queste olivete che diventeranno focolai permanenti. Le pur buone indicazioni agronomiche per la limitazione del contagio e della diffusione della malattia risulteranno purtroppo di scarsa efficacia se non accompagnate da adeguata politica olivicola.
Non sembra, invece, si sia andati oltre la dovuta logica emergenziale che prevede, come si legge a pagina 33, l'obbligo di estirpazione delle piante infette. E nei focolai puntiformi è prevista “l’identificazione delle piante infette viene effettuata ufficialmente dalla Regione Puglia e, a seguito di istruttoria amministrativa con atto finale di ingiunzione di abbattimento, la stessa Regione provvede all’abbattimento delle piante e alla bruciatura o trinciatura della parti infette, che possono determinare eventuale diffusione del batterio. Saranno, inoltre attuate, in base a specifiche situazioni dell’area interessata ulteriori interventi da parte della Regione o dei singoli proprietari/conduttori.”
Potrebbe poi avere il sapore di beffa la prescrizione indicata a pagine 36: “Inoltre, la facoltà, prevista dall’art. 3 del DDL 475/45, di imporre ai proprietari o conduttori dei fondi olivetati, l’obbligo di impiantare altrettanti alberi di olivo in luogo diverso da quello da abbattere, deve essere sempre esercitata, salvo casi particolari che impediscano il reimpianto e che, comunque, devono essere precisati e motivati nel decreto di autorizzazione.”
Oltre all'estirpazione di olivi che possono essere fonte di sussistenza per delle famiglie, oltre che patrimonio affettivo e paesaggistico, si prevede quindi che le stesse debbano piantare, a proprie spese, olivi “in luogo diverso”.
E' noto, invece, che la giurisprudenza indica che l'esproprio per pubblica utilità, che presenta forti analogie con il caso di abbattimenti coattivi, debba essere indennizzato. I fondi finora messi a disposizione per l'ìaffaire Xylella sono stati spesi in attività di ricerca e monitoraggio che sono oggetto di approfondimento da parte della magistratura. Improbabile che il governo, o Bruxelles, stanzino i fondi necessari. Impossibile trovare, nel bilancio regionale, tutti questi soldi.
Ecco così spuntare l'ipotesi, specie per le aree rosse e a forte vocazione turistica come Gallipoli, di un indennizzo sotto forma di possibilità edificatoria, aumento dei coefficienti di costruzione e/o permessi di costruire. Chissà che non venga presentata presto in Consiglio regionale una legge speciale su Xylella fastidiosa che contempli, in uno dei suoi articoli, questa possibilità. L'augurio e l'auspicio, al contrario, è che queste voci di corridoio vengano seccamente smentite.
mercoledì 30 luglio 2014
Da Teatro Naturale
Ma davvero gli olivi colpiti da Xylella fastidiosa non si possono salvare?
E' possibile che con pochi interventi, quali taglio dei rami secchi e trattamento con rame e calce, sia possibile far rinascere gli alberi che apparivano morti. L'esperienza in piena zona rossa, a Parabita, in provincia di Lecce
Gentile redazione,
la nostra associazione Spazi
Popolari si è occupata fin dal primo momento de l'affaire Xylella,
sollevando forti dubbi in merito a tutta la vicenda, fino a farci
presentare un esposto in procura che a sua volta ha ritenuto opportuno
aprire un inchiesta.
Pertanto, non ci siamo fermati solo a denunciare ma, abbiamo avviato una sperimentazione e altre ne avvieremo.
Era lo scorso dicembre quando siamo stati contattati dal proprietario di un oliveto di 5 ettari, situato nella zona rossa a Parabita (LE).
Oliveto secolare colpito dal "complesso essiccamento rapido". Abbiamo fornito consulenza gratuita, semplici prassi agroecologiche, le stesse tecniche che i nostri antenati hanno praticato per centinaia di anni: taglio dei rami secchi, e distruzione sul campo degli stessi, irrorazione della chioma e dei tronchi con poltiglia bordolese, alla dose di 1Kg di solfato di rame + 1 Kg di grassello di calce per 100 litri di acqua, sfalcio dell'erba. Successivamente, per ferti-irrigazione, abbiamo dato un prodotto naturale a base di aglio, prodotto (regolarmente registrato) proveniente dalla Spagna.
Il primo maggio fui invitato dal proprietario, entusiasta della nostra consulenza. Alberi rinati! Proprio oggi, ho risentito Salvatore, il contadino che conduce l'oliveto e gli ho chiesto della situazione. Salvatore e il proprietario sono entusiasti.
Trattasi di un noto imprenditore lombardo e per motivo di privacy, chiederò se è possibile visionare l'oliveto da personale esterno.
Appena avrò una risposta positiva, sarei felice di accompagnarvi personalmente a visionare l'oliveto dei miracoli.
Distinti saluti
Ivano Gioffreda
Presidente Associazione Spazi Popolari

Era lo scorso dicembre quando siamo stati contattati dal proprietario di un oliveto di 5 ettari, situato nella zona rossa a Parabita (LE).
Oliveto secolare colpito dal "complesso essiccamento rapido". Abbiamo fornito consulenza gratuita, semplici prassi agroecologiche, le stesse tecniche che i nostri antenati hanno praticato per centinaia di anni: taglio dei rami secchi, e distruzione sul campo degli stessi, irrorazione della chioma e dei tronchi con poltiglia bordolese, alla dose di 1Kg di solfato di rame + 1 Kg di grassello di calce per 100 litri di acqua, sfalcio dell'erba. Successivamente, per ferti-irrigazione, abbiamo dato un prodotto naturale a base di aglio, prodotto (regolarmente registrato) proveniente dalla Spagna.
Il primo maggio fui invitato dal proprietario, entusiasta della nostra consulenza. Alberi rinati! Proprio oggi, ho risentito Salvatore, il contadino che conduce l'oliveto e gli ho chiesto della situazione. Salvatore e il proprietario sono entusiasti.
Trattasi di un noto imprenditore lombardo e per motivo di privacy, chiederò se è possibile visionare l'oliveto da personale esterno.
Appena avrò una risposta positiva, sarei felice di accompagnarvi personalmente a visionare l'oliveto dei miracoli.
Distinti saluti
Ivano Gioffreda
Presidente Associazione Spazi Popolari
domenica 27 luglio 2014
Gaza chiama

BDS Italia e Pati Luceri:
cena sociale per Gaza.
Giovedì 31 Luglio ore 20:00 presso l'orto sociale dell'ass.ne Spazi Popolari
Sannicola contrada Camaldari
Via Prov.le Sannicola Lido Conchiglie.
info: spazipopolari@gmail.com
info cell: 389-0861680
Ognuno è pregato di munirsi di piatti posate e bicchiere, onde evitare rifiuti.
L'indifferenza uccide !
Nel silenzio e nell’indifferenza della comunità internazionale continua il genocidio della popolazione palestinese nella striscia di Gaza.
Le vite, i sogni e le speranze di un popolo intero vengono distrutte dalla brutalità degli attacchi indiscriminati ai civili ed alle strutture sanitarie ed ospedaliere.
venerdì 18 luglio 2014
Siamo Bio-Diversi
La nostra missione:
Ripristinare e rivalorizzare le nostre varietà autoctone e offrire un opportunità di crescita AgriCulturale al nostro territorio.
domenica 22 giugno 2014
LETTERA AI SINDACI DELL'ARCO IONICO SALENTINO
Il silenzio e la latitanza della politica, dell'ordine degli agronomi,
della comunità scietifica nazionale, le associazioni di categoria,
Coldiretti, CIA, ConfAgricoltura ecc, da un lato ci indigna e dall'altro
ci preoccupano. Vogliamo che intervengano sul caso, più centri di ricerca sia essi italiani ed
europei, perchè la pluralità della ricerca ci può fornire più pareri e quindi
più trasparenza sulle vere cause della moria dei nostri Olivi.
Associazione
Spazi Popolari
Oggetto: “Xylella”
fastidiosa
Alla
cortese attenzione dei sindaci di : Trepuzzi, Copertino, Nardò, Galatone,
Gallipoli, Galatina, Collepasso, Sannicola, Tuglie, Alezio, Parabita, Matino,
Casarano, Melissano, Taviano, Racale, Ugento, Alliste, Seclì, Neviano.
- dei comuni interessati dal complesso del disseccamento rapido
Premesso
che:
a seguito dei massicci disseccamenti che hanno interessato gli
ulivi delle aree del gallipolino, l’Ufficio Osservatorio fitosanitario Regionale
ha avviato, con la collaborazione delle istituzioni scientifiche (Università
degli Studi di Bari - Dipartimento di Scienze del Suolo della
Pianta e degli Alimenti, CNR - Istituto di Virologia vegetale di Bari),
ispezioni in situ con prelievo di campioni
che sono stati sottoposti a diverse analisi di laboratorio per individuare gli
agenti causali di tale fenomeno. Le Istituzioni scientifiche, con la nota del
15/10/2013 n.16/2013, hanno comunicato l’esito dei risultati delle analisi di
laboratorio evidenziando il ritrovamento di diversi agenti patogeni associati
al fenomeno di disseccamento dell’olivo, tra cui:
- funghi
lignicoli che
determinano l’occlusione dei vasi xilematici, con conseguente limitazione della
circolazione linfatica (Phaeoacremonium parasiticum, P. rubrigenun, P. aleophilum, P. alvesii,
Phaaemoniella
spp.)
- un patogeno da quarantena, (xylella
fastidiosa), inserito nella lista A/1 dell’EPPO (attualmente non
presente in Europa) e a cui potrebbe essere attribuito un ruolo importante nei
disseccamenti dell’olivo.
L’Associazione
Spazi Popolari di Sannicola, avente lo scopo di promuovere l’agricoltura
organica rigenerativa ed i principi dell’agroecologia, da subito attivatasi
sulla questione, nonché allarmata, dai possibili effetti sull’ecosistema e
sulla salute dei cittadini, provenienti dall’abbattimento dei nostri ulivi
unito ai paventati massicci trattamenti chimici che potrebbero venirsi a
verificare per cercare di arginare il problema, ha sollevato dei dubbi sulla
questione.
Nel
mese di settembre infatti rispondono ai nostri appelli dei ricercatori
dell’università di Firenze in collaborazione con altri dell’Università di
Foggia, i quali hanno fatto notare, che sono stati osservati anche in altre
località pugliesi (Cerignola, Foggia, Canosa di Puglia e Andria), sintomi
abbastanza simili e associati alla presenza di sole specie fungine, quali: Phaeoacremonium aleophilum,
Neofusicoccum parvum, e Pleurostomophora richardsiae (dati pubblicati sulla rivista
Phytopatologia Mediterranea).
E’
singolare che oltre alle specie del fungo lignicolo Phaeoacremonium vengano
individuate altre tipologie micotiche che gli istituti incaricati dalla regione
non rilevano, ma soprattutto che sintomi correlati si verifichino anche nel
territorio del barese e del foggiano ma che le strategie eradicative colpiscano
solo il territorio leccese o che non vengano ritenute zone “focolaio”. Inoltre,
è singolare che gli esiti dei test effettuati dagli istituti incaricati dalla
regione non vengano resi noti attraverso una pubblicazione scientifica, ma solo
riferiti vagamente attraverso dichiarazioni rilasciate ai tg regionali o al
massimo comunicati con poche righe attraverso il sito della Regione Puglia.
Sembra, inoltre, che l’attenzione dell’Osservatorio Fitosanitario sia rivolto
alla sola ricerca del batterio inserito nella lista di massima allerta perché
ufficialmente non presente sul territorio europeo e la sola presenza farebbe
scattare l’emergenza poiché esperienze pregresse su altre specie hanno portato
alla morte delle piante. Va sottolineato inoltre che il batterio in questione,
ad oggi, non è risultato ufficialmente patogeno per l’olivo e che ancora non si
hanno i dati della patogenicità dello stesso rinvenuto in Salento, poiché come dichiarato
dallo stesso Direttore dell’Ufficio fitosanitario regionale i postulati di Koch
non servono perché si tratterebbe di una nuova specie. Nel corso dei mesi il
batterio sembra aver cambiato spesso i connotati, il ceppo di appartenenza che
aiuterebbe anche ad individuare le altre specie potenzialmente coinvolte, prima
viene definito come sub.specie Multiplex, poi variante atipica della sub.specie
Pauca che colpisce essenzialmente gli agrumi, e successivamente come nuova scoperta). Il tutto sempre senza
pubblicare i dati degli studi che hanno portato alla definizione delle
varianti. Ma come sottolineato sia dalla Regione che dai ricercatori dell’UniFi
e UniFg il batterio in questione agirebbe da concausa laddove siano presenti
altri agenti debilitanti per la pianta. Va sottolineato inoltre che come
affermato dai ricercatori dell’Università di Foggia i sintomi riscontrati
assomigliano alle infezioni da Verticillium
dahliae, di cui ufficialmente ad oggi non ne è stata indagata e nè
pubblicata la presenza. Inoltre, va sottolineato che il vettore che starebbe
contagiando rapidamente vaste aree a macchia di leopardo non è ancora noto. Sono
coinvolte le cicadellidi, ma come la stessa Efsa (autorità europea per la
sicurezza alimentare) afferma, esse non sono in grado di compiere neanche 100 metri.
In seguito a degli esposti sulla vicenda, presentati da
associazioni e cittadini, la Procura della Repubblica di Lecce apre un
fascicolo a carico d’ignoti, poiché la distruzione degli alberi, con la
conseguente desertificazione nonché l’impiego di pesticidi potrebbero smuovere
diversi interessi di diverse entità, soprattutto speculativi ed inoltre si sta
indagando su eventuali negligenze e responsabilità degli enti preposti.
Nel mese di aprile nei comuni di Trepuzzi, Surbo,
Copertino, Sternatia, Galatina e Lecce è iniziato l’abbattimento delle prime
104 piante. Nel comune di Trepuzzi in particolare, gli alberi secolari
abbattuti risultavano essere asintomatici. E non sappiamo nulla degli altri poiché
le operazioni si sono svolte in un totale clima oscurantista rendendo altresì
difficile ai cittadini individuare le aree potenzialmente coinvolte. Inoltre
visto il mancato rispetto delle basilari norme di profilassi (mancata
bruciatura delle parti verdi sostituita da trinciatura in loco data in pasto ai
venti, mancato compostaggio del materiale legnoso per almeno un mese
trasportato su camion aperti il giorno stesso delle operazioni di taglio) pare
assurdo che ci si possa affidare completamente al parere univoco senza una
conferma da parte di ulteriori esperti del settore di Patologia vegetale.
Pertanto
chiediamo che
Tutti i sindaci che hanno a cuore il patrimonio olivicolo
del proprio comune si mettano in
contatto con tutti i colleghi e richiedano unitariamente con spirito
collaborativo ad altri istituti di ricerca differenti da quelli individuati
dalla regione Puglia, che attivino programmi o piani di ricerca sperimentale
indipendenti al fine di:
- svolgere
approfondimenti su tutti gli agenti causali del “Complesso del disseccamento
rapido dell’olivo”;
- confermare
la presenza di X. fastidiosa mediante
l’applicazione di tecniche diagnostiche integrate secondo quanto previsto dai
protocolli ufficiali EPPO;
- definire
la patogenicità e la virulenza del ceppo di X.
fastidiosa rilevata sulle piante infette.
- definire
il ruolo delle piante ospiti e dei vettori nell’epidemiologia del batterio.
- definire
le azioni per contrastare la diffusione del problema.
Tutto, al fine della corretta valutazione del rischio
fitosanitario di questa emergenza e della pianificazione delle strategie di
lotta, per permettere all’ulivo, emblema della
nostra storia, della nostra economia, unica fonte d’ossigeno di un territorio
privo di foreste oltre che di forte caratterizzazione paesaggistica, di
continuare ad esistere.
La nostra richiesta indirizzata ai sindaci, ovvero la
massima autorità sanitaria comunale,
scaturisce dal fatto che se di grave
patologia si dovesse trattare, la nostra regione deve essere aperta al parere
di più esperti che possano far luce sul problema che sta riguardando il
patrimonio olivicolo salentino. Se si trattasse di individui umani, dinanzi ad
un grave problema non ci si fermerebbe al primo parere ricevuto, specie se
questo risultasse in qualche modo in contraddizione con altri esiti effettuati.
Se la Regione non intende avvalersi di altri giudizi scientifici allora debbono
attivarsi i singoli comuni del territorio.
In attesa di una Vostra risposta
Cordiali saluti.
Spazi Popolari
Il presidente
Il presidente
Ivano Gioffreda
Info
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Info mail : spazipopolari@gmail.com
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