domenica 22 giugno 2014

LETTERA AI SINDACI DELL'ARCO IONICO SALENTINO

Il silenzio e la latitanza della politica, dell'ordine degli agronomi, della comunità scietifica nazionale, le associazioni di categoria, Coldiretti, CIA, ConfAgricoltura ecc, da un lato ci indigna e dall'altro ci preoccupano. Vogliamo che intervengano sul caso, più centri di ricerca sia essi italiani ed europei, perchè la pluralità della ricerca ci può fornire più pareri e quindi più trasparenza sulle vere cause della moria dei nostri Olivi.



Associazione Spazi Popolari

Oggetto: “Xylella”  fastidiosa
Alla cortese attenzione dei sindaci di : Trepuzzi, Copertino, Nardò, Galatone, Gallipoli, Galatina, Collepasso, Sannicola, Tuglie, Alezio, Parabita, Matino, Casarano, Melissano, Taviano, Racale, Ugento, Alliste, Seclì, Neviano.
- dei comuni interessati dal complesso del disseccamento rapido 

Premesso che:
a seguito dei massicci disseccamenti che hanno interessato gli ulivi delle aree del gallipolino, l’Ufficio Osservatorio fitosanitario Regionale ha avviato, con la collaborazione delle istituzioni scientifiche (Università degli Studi di Bari - Dipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti, CNR - Istituto di Virologia vegetale di Bari), ispezioni in situ con prelievo di campioni che sono stati sottoposti a diverse analisi di laboratorio per individuare gli agenti causali di tale fenomeno. Le Istituzioni scientifiche, con la nota del 15/10/2013 n.16/2013, hanno comunicato l’esito dei risultati delle analisi di laboratorio evidenziando il ritrovamento di diversi agenti patogeni associati al fenomeno di disseccamento dell’olivo, tra cui:
-       funghi lignicoli che determinano l’occlusione dei vasi xilematici, con conseguente limitazione della circolazione linfatica (Phaeoacremonium parasiticum, P. rubrigenun, P. aleophilum, P. alvesii, Phaaemoniella spp.)
-       un patogeno da quarantena, (xylella fastidiosa), inserito nella lista A/1 dell’EPPO (attualmente non presente in Europa) e a cui potrebbe essere attribuito un ruolo importante nei disseccamenti dell’olivo.
L’Associazione Spazi Popolari di Sannicola, avente lo scopo di promuovere l’agricoltura organica rigenerativa ed i principi dell’agroecologia, da subito attivatasi sulla questione, nonché allarmata, dai possibili effetti sull’ecosistema e sulla salute dei cittadini, provenienti dall’abbattimento dei nostri ulivi unito ai paventati massicci trattamenti chimici che potrebbero venirsi a verificare per cercare di arginare il problema, ha sollevato dei dubbi sulla questione.
Nel mese di settembre infatti rispondono ai nostri appelli dei ricercatori dell’università di Firenze in collaborazione con altri dell’Università di Foggia, i quali hanno fatto notare, che sono stati osservati anche in altre località pugliesi (Cerignola, Foggia, Canosa di Puglia e Andria), sintomi abbastanza simili e associati alla presenza di sole specie fungine, quali: Phaeoacremonium aleophilum, Neofusicoccum parvum, e Pleurostomophora richardsiae (dati pubblicati sulla rivista Phytopatologia Mediterranea).                               
E’ singolare che oltre alle specie del fungo lignicolo Phaeoacremonium vengano individuate altre tipologie micotiche che gli istituti incaricati dalla regione non rilevano, ma soprattutto che sintomi correlati si verifichino anche nel territorio del barese e del foggiano ma che le strategie eradicative colpiscano solo il territorio leccese o che non vengano ritenute zone “focolaio”. Inoltre, è singolare che gli esiti dei test effettuati dagli istituti incaricati dalla regione non vengano resi noti attraverso una pubblicazione scientifica, ma solo riferiti vagamente attraverso dichiarazioni rilasciate ai tg regionali o al massimo comunicati con poche righe attraverso il sito della Regione Puglia. Sembra, inoltre, che l’attenzione dell’Osservatorio Fitosanitario sia rivolto alla sola ricerca del batterio inserito nella lista di massima allerta perché ufficialmente non presente sul territorio europeo e la sola presenza farebbe scattare l’emergenza poiché esperienze pregresse su altre specie hanno portato alla morte delle piante. Va sottolineato inoltre che il batterio in questione, ad oggi, non è risultato ufficialmente patogeno per l’olivo e che ancora non si hanno i dati della patogenicità dello stesso rinvenuto in Salento, poiché come dichiarato dallo stesso Direttore dell’Ufficio fitosanitario regionale i postulati di Koch non servono perché si tratterebbe di una nuova specie. Nel corso dei mesi il batterio sembra aver cambiato spesso i connotati, il ceppo di appartenenza che aiuterebbe anche ad individuare le altre specie potenzialmente coinvolte, prima viene definito come sub.specie Multiplex, poi variante atipica della sub.specie Pauca che colpisce essenzialmente gli agrumi, e successivamente come nuova scoperta). Il tutto sempre senza pubblicare i dati degli studi che hanno portato alla definizione delle varianti. Ma come sottolineato sia dalla Regione che dai ricercatori dell’UniFi e UniFg il batterio in questione agirebbe da concausa laddove siano presenti altri agenti debilitanti per la pianta. Va sottolineato inoltre che come affermato dai ricercatori dell’Università di Foggia i sintomi riscontrati assomigliano alle infezioni da Verticillium dahliae, di cui ufficialmente ad oggi non ne è stata indagata e nè pubblicata la presenza. Inoltre, va sottolineato che il vettore che starebbe contagiando rapidamente vaste aree a macchia di leopardo non è ancora noto. Sono coinvolte le cicadellidi, ma come la stessa Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) afferma, esse non sono in grado di compiere  neanche 100 metri.
In seguito a degli esposti sulla vicenda, presentati da associazioni e cittadini, la Procura della Repubblica di Lecce apre un fascicolo a carico d’ignoti, poiché la distruzione degli alberi, con la conseguente desertificazione nonché l’impiego di pesticidi potrebbero smuovere diversi interessi di diverse entità, soprattutto speculativi ed inoltre si sta indagando su eventuali negligenze e responsabilità degli enti preposti.
Nel mese di aprile nei comuni di Trepuzzi, Surbo, Copertino, Sternatia, Galatina e Lecce è iniziato l’abbattimento delle prime 104 piante. Nel comune di Trepuzzi in particolare, gli alberi secolari abbattuti risultavano essere asintomatici. E non sappiamo nulla degli altri poiché le operazioni si sono svolte in un totale clima oscurantista rendendo altresì difficile ai cittadini individuare le aree potenzialmente coinvolte. Inoltre visto il mancato rispetto delle basilari norme di profilassi (mancata bruciatura delle parti verdi sostituita da trinciatura in loco data in pasto ai venti, mancato compostaggio del materiale legnoso per almeno un mese trasportato su camion aperti il giorno stesso delle operazioni di taglio) pare assurdo che ci si possa affidare completamente al parere univoco senza una conferma da parte di ulteriori esperti del settore di Patologia vegetale.
Pertanto chiediamo che
Tutti i sindaci che hanno a cuore il patrimonio olivicolo del proprio comune si mettano in contatto con tutti i colleghi e richiedano unitariamente con spirito collaborativo ad altri istituti di ricerca differenti da quelli individuati dalla regione Puglia, che attivino programmi o piani di ricerca sperimentale indipendenti al fine di:
-       svolgere approfondimenti su tutti gli agenti causali del “Complesso del disseccamento rapido dell’olivo”;
-       confermare la presenza di X. fastidiosa mediante l’applicazione di tecniche diagnostiche integrate secondo quanto previsto dai protocolli ufficiali EPPO;
-       definire la patogenicità e la virulenza del ceppo di X. fastidiosa rilevata sulle piante infette.
-       definire il ruolo delle piante ospiti e dei vettori nell’epidemiologia del batterio.
-       definire le azioni per contrastare la diffusione del problema.
Tutto, al fine della corretta valutazione del rischio fitosanitario di questa emergenza e della pianificazione delle strategie di lotta, per permettere all’ulivo, emblema della nostra storia, della nostra economia, unica fonte d’ossigeno di un territorio privo di foreste oltre che di forte caratterizzazione paesaggistica, di continuare ad esistere.
La nostra richiesta indirizzata ai sindaci, ovvero la massima autorità sanitaria comunale, scaturisce dal fatto che  se di grave patologia si dovesse trattare, la nostra regione deve essere aperta al parere di più esperti che possano far luce sul problema che sta riguardando il patrimonio olivicolo salentino. Se si trattasse di individui umani, dinanzi ad un grave problema non ci si fermerebbe al primo parere ricevuto, specie se questo risultasse in qualche modo in contraddizione con altri esiti effettuati. Se la Regione non intende avvalersi di altri giudizi scientifici allora debbono attivarsi i singoli comuni del territorio.
In attesa di una Vostra risposta
Cordiali saluti.
Spazi Popolari                                                                                      




                                                                                                                  
                                                                                                                       Il presidente 


                                                                                                                 Ivano Gioffreda
                                                                                                       Info cell 3890861680
                                                                              Info mail : spazipopolari@gmail.com
                                                                                         http://spazipopolari.blogspot.it/
                                                                                                    


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